La spacca C_apello

Qual'è la prima regola per un italiano che gira il mondo? Non mangiare italiano. Quanto meno non aspettarsi di farlo come si fosse nel Belpaese. Checché ne dica lo chef di turno la cucina inevitabilmente viene influenzata dal gusto e dai prodotti del territorio. O viaggia su luoghi comuni e tipicità 'da manuale'.
Dopo un primo tentativo appena arrivati abbiamo abbandonato subito questo sentiero di lacrime.
Fino a ieri.
Non so cosa ci sia preso in effetti, due ristoranti italiani in due giorni...

Io sono 'una bestia', come mi chiama il commensale. Faccio i capricci come un'adolescente che rifiuta ogni esperienza culturale-estetica-musicale solo per il fatto di avere la sensazione mi venga imposta.
Ma quando arrivo lì, trascinata per i capelli, con una piva lunga un metro, non voglio più andare via.
Mi innamoro, mi emoziono, mi perdo.

L'ultima volta è stata un paio di settimane fa, questa non la dovete perdere nemmeno voi!

Courtauld Gallery. Si possono fare foto NO flash.
Se siete qui per affari o per shopping è la meta ideale per nutrire lo spirito e il cervello senza dover viaggiare nel tempo e nello spazio e sottrarre minuti preziosi alle vostre altre priorità. Una galleria ricchissima per importanza e notorietà di contenuti, ma poco frequentata e davvero piccolina.

E' come una centrifuga: piena di sapore e contenuto, ma veloce e fresca da bere.

E' la Courtauld Gallery, una piccola galleria a sud di Covent Garden, nella Somerset House, uno dei pochi musei a pagamento (costa 6 £ ma se ti travesti da cavaliere entri gratis ;).


E' successo di nuovo stasera. Ma chi ca_sono i gersi bois? Ma io non voglio venire. Sono tornata da Barcellona e devo scriverne. Sono 6 giorni che non cucino andate voi io sto a casa a fare la pasta.
A voi prende mai la crisi d'astinenza da fornelli? Si cura?
E bla-tero bla-tero. Ormai il commensale mi conosce e mi sopporta. E mi trascina.

Siamo andati a teatro, un musical. I Jersey boys. E' la storia del gruppo musicale anni '60 '70 noto come I Four Seasons, divenuto poi Frankie Valli and I Four Seasons. Avete presente 'Can't take my eyes off of you..' Bhe insomma. Bellissimo.
Il pubblico era composto dagli stessi che andavano ai loro concerti live 50 anni fa, ma se vi piace la musica li conoscete di sicuro e adorereste lo spettacolo. Poi sono davvero bravissimi. Recitano, ballano, cantano.
Quando esci da teatro hai poi fame. E sei nel west end.
Abbiamo voluto provare il Bocca di Lupo, a Soho.
Ci sono posti a sedere al bancone-vista cucina, divertente e molto illuminato o a tavola, un po' buio e leggermente rumoroso. Hanno un buon servizio.
La cucina, in media, ha un buon rapporto qualità prezzo. Dico in media perché alcuni piatti erano molto buoni (tipo i fritti di antipasto), altri lasciavano a desiderare (tipo il battuto di manzo che era decisamente troppo grasso per essere un crudo tagliato al coltello).
In una città come Londra hai solo una ragione per tornare in un ristorante, deve essere stata davvero un'esperienza piacevole al 100%. L'offerta è così grande che puoi passare anni senza mangiare due volte nello stesso locale. Il problema è che per mangiare bene (bene per un italiano con un minimo di amore per la cucina di qualità), costa. Quindi quando dico che 'lì non ci tornerei' non è che mi ha fatto schifo, semplicemente non ho ragione di tornarci, non sono stata rapita da nulla, non c'è stato anche solo un piatto che mi mancherà o tornerà in mente.
Ecco. Al Bocca di Lupo, ad esempio, non torno.

E nemmeno, ad esempio, al Cotidie.
Avete presente i giudici di Master Chef Italia? Cracco, Bastianich e Barbieri? Bene, il Cotidie è di Barbieri. Pare che in cucina ci sia proprio lui di persona personalmente. A parte l'altra sera che era in Italia per registrare. Han detto.
Quando dico che sono una spacca pelo nell'uovo mi riferisco a quanto dichiarato all'inizio, che la cena al ristorante è un'esperienza sensoriale complessa. Io almeno non riesco a prescindere da quanto fa da contenitore del contenuto.
E poi c'è il vizio dell'aspettativa che complica sempre le cose...

Il ristorante è luminoso ed accogliente. Elegante senza essere sofisticato e, come spesso accade a Londra, ti senti a tuo agio comunque tu sia vestito, t-shirt o cravatta. Credo che l'assenza di tovagliato dia un decisivo contributo in questo senso.
Tavoli tondi o quadrati, grandi, sedie e divani comodi. Nulla di più spiacevole di essere seduti male a tavola. Buona acustica.
Eravamo in cinque, mi stupisco che non abbiamo trovato una soluzione per evitare che un ospite restasse spaiato con il vuoto cosmico davanti a sé.
Nonostante i tavoli siano immensi non lasciano la bottiglia di vino a tavola, ti servono loro. Gran class. Molto carino, sì, ma visto che siete in quasi dieci camerieri mi aspetto che i calici siano sempre pieni e non di dovervelo chiedere, ché sono con i miei suoceri e sembra che bevo come una spugna... eddai!


Le posate moderne, allungate, piccole, sottili e leggerissime io non le ho digerite. Se degusti un brodino ok, ma se devi afferrare il coltello con decisione per tagliare qualcosa di più consistente di un burro è talmente delicato nella sua materialità che sembra di non averlo. Si fa fatica ad usarlo.
Non ho capito nemmeno il vezzo di servire i secondi nel piatto fondo, avete mai provato a tagliare un pezzo di carne nel piatto fondo? Scomodo.
Le portate in generale non erano male, con la sola nota negativa delle mie capesante che erano insapori, ma come ho detto, nulla mi ha fatto girare la testa. Non devo aver fatto la scelta giusta. Al mio tavolo è stato apprezzato moltissimo il piatto di scampi e gamberi al whisky, le uova strapazzate al gorgonzola e il tiramisù scomposto, quest'ultimo non ha avuto vita a sufficienza per essere immortalato... ;)




Qui vedete le uova, la scaloppa di fegato grasso, gli scampi/gamberi e la tagliata.

Bevande escluse circa 60 £ a testa.

Colgo l'occasione per far notare che quasi ovunque, a Londra, il vino al calice ha sempre un prezzo punitivo, confrontate sempre la vostra sete con il prezzo della bottiglia, potrebbe stupirvi.

5 commenti:

  1. ...e facciamoci 'sto gemellaggio di posto!! Io da Cracco, tu da Barbieri (le registrazioni le hanno finite già da un pezzo), chi va in vigna da Bastianich??
    Non è che in cucina c'era Spyros?
    Dimenticavo: a Barcellona c'era El Bulli di Adrià, il re del molecolare (ma ti è andata bene perchè è chiuso).
    un abbraccio

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    1. Roby, dici che ci hanno giocato? A me, onestamente, non ha fatto per nulla impazzire. Sarà perchè quella spaiata con la fama dell'ubriacona ero io...
      A barcellona ho provato ad andare al tiketbar, consigliato da Vale, ma il primo tavolo libero é a dicembre. Mi sono trattata bene comunque...domani lo racconto.

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  2. riguardo al principio del ristorante concordo pienamente. ci vado volentieri, ma deve essere da urlo. questo non vuol dire che mi devono servire cose strane o accostamenti particolari. se è un ristorante particolare e mi servono il brasato al barolo (che mi fa impazzire) deve essere impeccabile. altrimenti secondo me, anche solo per 20 euro tutto il pranzo, non ne vale comunque la pena. fortuna che Comandante Amigo la pensa come me! altrimenti sai che lotta in famiglia? pensa che in tutta la mia valle per noi c'è solo una pizzeria che vale la pena frequentare. solo UNA. ti ho detto tutto in fatto di esigenze culinarie, mi sa! quindi: condivisione al 100%. e posso rincuorarti? avrei scelto anche io quel ristorante se fossi stata a Londra. e a breve mi toccherà buttarmi nella mischia a NYC! :) un bacino, sere

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    1. Non male NY... ;)
      Pensa che i miei amici storici non vogliono piú proporre un ristorante quando torniamo in Italia perché dicono che se non va bene poi rompo... Dal mio punto di vista ho semplicemente 'un approccio critico', dal loro sono una scassa maroni. Ma il mondo é bello perché vario e secondo me, un pochino, gli manco anche se sono cosí.;)
      Buon viaggio!!

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  3. Italiana alle'estero: per quel poco che ho visto, gli italiani osano cucine straniere. Per altro spesso troppo turistiche.
    Io ho sempre consigliato locali tipici in Francia.
    Meno coda ai tavoli,cibo verace: ma noi italiani del gusto.... Siamo pronti davvero?
    Non credo.
    Quindi spesso anche in Francia pagano più un bicchiere di vino che il pranzo, dolce incluso!

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